venerdì 13 marzo 2015

Rettifiche e diffamazione: Ordine dei Giornalisti con Alberto Spampinato e Giuseppe Federico Mennella

Rettifiche e diffamazione. Importante convegno dell'Ordine dei Giornalisti con Alberto Spampinato, celebre giornalista parlamentare e quirinalista, direttore di Ossigeno per l'Informazione, Giuseppe Federico Mennella professore di deontologia giornalistica all'Università di Tor Vergata.
Alberto Spampinato ha aperto i lavori sottolineando l'attività del giornalista come informatore pubblico che deve dare la notizia: OssigenoInformazione.it Nel 2015 80 nomi, non solo iscritti all'Albo ma anche blogger, fotoreporter, cineoperatori. Dall'inizio dell'attività sono 2.030 i nomi dei giornalisti aggrediti e/o minacciati. E' stato fatto l'esempio della Gazzetta di Mantova con la violazione del segreto istruttorio sulle indagini delle infiltrazioni mafiose al nord. Come mai ci sono tutte queste querele pretestuose nei confronti dei giornalisti? Dice Spampinato: "Noi non abbiamo nessun codice o articolo di legge che metta in evidenza la funzione pubblica del giornalista ". L'art 595 cp prevede fino a sei anni di reclusione con tutte le aggravanti relative all'attribuzione di un fatto determinato e la diffusione col mezzo della stampa. Come ne usciamo? Con l'art. 51 cp (scriminante): non è punibile chi adempie all'esercizio di una professione stabilita da un Ordine Professionale. Giuseppe Federico Mennella ex d.r. Unità ora insegna deontologia a Tor Vergata: "La Repubblica RI CONOSCE non "Istituisce" i diritti dell'uomo". "Nell'articolo 21 non si cita il diritto di critica e il diritto di cronaca. Il reato di opinione non dovrebbe esistere ... invece esiste eccome !!" "L'Information Freedom Act noi non ce l'abbiamo perché noi Italiani siamo generalmente "sudditi" e non cittadini". I Cittadini hanno diritto di avere informazione e invece le nostre leggi (L.241 ) ce lo impediscono. Es. delibere su bilanci comunali ecc. "Il carcere a sei anni non è una norma giuridica fascista ma Repbblicana!" Legge sulla Stampa del '48. Le pene non debbono essere eccessive e causare la chiusura dei giornali. Pecunia doloris, sofferenza biologica per 2 milioni di Euro. Lite Temeraria mai applicata in Italia tranne un caso isolato e forse unico: recentissimo a Milano (la settimana scorsa), il giudice Anna Cattaneo condanna il querelante a tre volte le spese del procedimento Temerario per aver promosso una ingiustificata azione gidiziaria nei confronti dell'Unione Sarda per un servizio sull'inquinamento ambientale. Anche l'avvocato Giuseppe De Rosa ha rimarcato l'aspetto innovativo della sentenza di Milano. Fin dal '42 il legislatore aveva previsto con l'Art. 96 2° comma cpc la Lite Temeraria. Nel caso di Milano è il terzo comma, creato nel 2009, che aggiunge la facoltà (e non l'obbligo) del giudice a condannare "equitativamente" chi ha promosso indebitamente la causa. L'argomento di scottante attualità ha interessato tanti dei più noti e celebri operatori della comunicazione che sono intervenuti, tra cui Stefano Brecciaroli volto noto di TV Centro Marche, lo stesso Presidente dell'Ordine regionale dei Giornalisti delle Marche Dario Gattafoni. Presente ovviamente anche il Prof. Amedeo Recchi Ripani (Ordine dei Giornalisti di Milano) presidente nazionale e direttore responsabile dell'Osservatorio sulla Giustizia, che ha fatto presente come in Italia si siano lasciati inapplicati due importanti Istituti giuridici: 1) appunto la Lite Temeraria 2) l'istituto della Conciliazione. Nel videoclip (link in coda) vengono fatte delle proposte di modifica circa la "non procedibilità" una volta pubblicata integralmente la rettifica.







 Link Videoclip:
servizio realizzato dal Direttore dell'Osservatorio sulla Giustizia
(foto sotto) Amedeo Recchi Ripani