Con
la Redazione “OSSERVATORIO sulla SANITA' ” diamo spazio su questo
servizio alla Ricerca Medico Scientifica del Dottor Armando
Vecchietti direttore di Cellula Cancerosa.
una Ricerca Scientifica Anticancro pubblicata dal Dottor Armando Vecchietti, padre del nuovo gestore di Capolinea, altre informazioni verranno pubblicate dall'Osservatorio sulla Sanità, dipartimento dell'Osservatorio sulla Giustizia (www.OSSERVATORIOsullaGIUSTIZIA.it )
ONCOGENESI
Con
un normale microscopio ottico a 400x una cellula epiteliale sana
appare come la foto che segue:
Si
notano fondamentalmente tre cose: il nucleo, il citoplasma e la
membrana cellulare. Il tutto ha un aspetto “pulito”.
Può
accadere invece che, osservando in vivo una qualsiasi cellula del
corpo, questa appaia piena di batteri o vescicole come mostrato nella
foto che segue.
Queste
vescicole
hanno un ruolo fondamentale nella formazione della cellula cancerosa.
Una
volta formate esse manifestano infatti una naturale tendenza ad
aggregarsi e ciò accade sia internamente che esternamente alle
cellule.
Quando
ciò accade all’interno delle cellule, le vescicole si fondono tra
loro formando strutture che occupano spazi abbastanza delineati il
più delle volte in periferia e addossati alla parete cellulare.
Spesso
queste vescicole possono essere ritrovate anche al di fuori delle
cellule, in questo caso possono formare aggregati anche molto grandi
sui cui bordi si formano con facilità delle formazioni semi
sferiche.
Figura
: Cellula sana
Figura
: Cellula piena di vescicole
Fig.
3a: Ammasso interno alla cellula. Fig. 3b: Ammasso esterno
-Fig.1:
Una cellula iniziale “pulita”.
-Fig.2:
Una cellula che comincia a formare vescicole.
-Fig.3a:
Le vescicole che rimangono dentro la cellula, si fondono tra loro e
formano un ammasso ben delineato a ridosso della parete cellulare
formando, in questo esempio, delle mezze lune.
-Fig.3b:
Ammasso di vescicole esterno che presenta in periferia formazioni
circolari.
In
altre parole queste vescicole hanno la tendenza
ad
aggregarsi e a fondersi tra loro, il processo è un fenomeno naturale
e spontaneo.
Va
notato che da questo momento in poi le cellule colpite che ospitano
queste formazioni cominciano pian piano a perdere la loro originale
identità.
Le
nuove formazioni progrediscono a spese della vecchia cellula che un
po’ alla volta si disgrega e “scompare” come mostrato dalle
foto che seguono.
A
questo punto facciamo un piccolo riepilogo dei passaggi fin qui
individuati.
La
foto mostra: Una cellula comincia a formare vescicole omogeneamente
distribuite all’interno del suo citoplasma. A dx si nota la
riorganizzazione di queste vescicole se rimangono all’interno della
cellula. A sx è mostrata la riorganizzazione vescicolare che avviene
da un’aggregazione esterna alla cellula.
Dalla
ulteriore maturazione di ognuna di queste nuove strutture si forma
sempre
una cellula particolare: la cellula a forma di clava.
Le
foto che seguono ne mostrano un esempio:
Questa
è una cellula molto importante nell’evoluzione del processo
canceroso.
Morfologicamente
essa non appartiene a nessun tessuto umano e possiamo dire che è una
cellula completamente nuova.
In
verità questa cellula a forma di clava anticipa e preannuncia la
formazione della prima massa tumorale.
Lascio
immaginare l’importanza di una tale osservazione per una eventuale
diagnosi precoce di cancro.
La
loro presenza non ci dice dove la massa tumorale si sta formando ma
ci avverte soltanto che da qualche parte ciò sta accadendo.
Nell’organismo,
tutte le modificazioni cellulari fin qui descritte avvengono in tempi
relativamente lunghi.
Riconoscere
in tempo tutti gli aspetti morfologici fin qui decritti significa
avere a disposizione una diagnosi precocissima rispetto ai test
tradizionali che hanno invece bisogno della massa tumorale o della
cellula cancerosa pienamente sviluppata per esprimersi.
Uno
degli obiettivi dell’oncologia classica: “La diagnosi precoce di
cancro” diventa in tal modo realizzabile.
La
successiva evoluzione di queste cellule a forma di clava,
fondamentalmente ancora immobili, si manifesta nella loro capacità
di diventare mobili con la formazione di chiari ed estesi pseudopodi.
Dal
punto di vista diagnostico, quando le cellule cancerose diventano
mobili, il processo canceroso è ben avanzato ed esiste già da
qualche tempo la massa tumorale.
Le
cellule mobili che si formano e che troviamo in un campione da
esaminare non hanno però tutte la stessa “gravità”.
Esistono
ancora delle differenze che devono essere valutate.
Esse
infatti possono essere distinte in cellule a lento movimento dalle
altre che si muovono invece più speditamente.
Le
cellule a lento movimento non sono cellule cancerose “pericolose”,
esse sono giovani e non procurano ancora “danni”.
In
questa fase, l’unico problema per il paziente deriva solo dal
volume che può raggiungere la massa tumorale.
Vedremo
subito che differenza c’è tra una cellula cancerosa giovane ed una
vecchia.
Capiremo anche
quando e perché una cellula cancerosa diventa veramente pericolosa e
mortale per l’organismo.
Sotto
sono riassunte alcune figure che possiamo trovare nei vari stadi
fino alla cellula cancerosa mobile:
a)
La cellula sana.
b)
La cellula che comincia ad avere la reazione vescicolare.
c1-c2-c3)
Le vescicole che si riorganizzano sia dentro che fuori la cellula
originaria.
d)
La prima cellula a forma di clava.
e)
La cellula cancerosa mobile.
a
b
c1
c2
c3
d
e
Tutte
le fasi fin qui descritte sono un processo continuo.
II°
parte
IL
PROCESSO CANCEROSO
Se
la cellula cancerosa almeno al suo esordio “non procura nessun
fastidio”, perché il cancro conduce alla morte un organismo per
altri versi sano?
Cosa
succede nell’organismo?
Il
processo canceroso in realtà ci riserva almeno una sorpresa.
Esso
è infatti composto almeno da due fasi ben distinte e contrapposte.
Nella
prima
fase
si possono far rientrare tutti gli stadi fino ad ora descritti:
-
formazione delle vescicole.
-
aggregazione delle vescicole.
-
maturazione ed evoluzione delle aggregazioni in cellule cancerose.
-
formazione della massa tumorale.
Arrivati
fin qui il cancro non è ancora il problema mortale che tutti
conoscono.
Lo
dimostra il fatto che molti pazienti convivono con esso anche per
anni senza accorgersi di essere malati.
Il
processo canceroso in realtà è composto da una seconda
fase,
inversa alla precedente e molto più pericolosa.
Spieghiamoci
meglio.
Le
cellule tumorali sono a tutti gli effetti organismi viventi e come
tali hanno un ciclo di vita ovvero una nascita ed una morte.
Che
cosa succede durante il processo canceroso?
Quando,
nella prima fase, si arriva alla formazione della massa tumorale al
suo interno essa è composta da cellule molto vecchie che dopo
essersi riprodotte svariate volte e dopo aver concluso il proprio
ciclo vitale, muoiono.
Esse
vanno in putrefazione all’interno della massa tumorale.
Ciò
innesca un particolare e ben preciso processo.
La
massa tumorale in putrefazione produce una serie di “detriti” e
batteri della putrefazione, alcuni dei quali hanno una
particolarissima caratteristica: stimolare,
nel modo precedentemente descritto,
la
reazione vescicolare delle cellule ancora sane.
In
questo modo si chiude il cerchio.
-
Da questa stimolazione si formano nuove vescicole che riaggregandosi,
producono la nuova generazione di cellule cancerose che vanno a
sommarsi a quelle già presenti.
-
Queste si dividono, aumentano la massa tumorale o possono generare
metastasi fino a che, terminato il loro ciclo vitale, anch’esse
muoiono.
-
La loro morte produce una nuova ondata di putrefazione che si
aggiunge alle precedenti ed il cerchio si chiude di nuovo.
Nell’organismo
quindi si generano ciclicamente ondate sempre più grandi e frequenti
di questi particolari “detriti” creando un meccanismo perverso
che si autoalimenta a ondate successive sempre più forti e massicce
fino alla morte dell’organismo.
Il
processo canceroso nei suoi aspetti salienti è qui di seguito
schematizzato:
A
= Cellule sane
Ca1(B)
Ca2(B1) = Evoluzione delle vescicole
che
si aggregano all’esterno delle cellule.
Ca1(D-D1-D2)
= Maturazione delle vescicole
all’interno
delle cellule.
Ca3=
Cellula a forma di clava.
Ca4=
Cellule mobili.
Massa
Tumorale in decomposizione
Ca5=
Quadro microscopico del sangue
Produzione
di batteri della putrefazione e “detriti”.
Riepilogo
delle fasi del processo canceroso
La
prima fase è caratterizzata dalla:
1-Reazione
vescicolare delle cellule “sane”.
2-Aggregazione
delle vescicole.
3-Formazione
e maturazione delle cellule cancerose.
4-Formazione
della massa tumorale.
La
seconda fase è caratterizzata dalla:
4-Morte
e decomposizione putrida delle cellule cancerose che compongono la
massa tumorale.
5-Massiccia,
progressiva ed accelerata intossicazione del sangue da parte dei
“detriti”, batteri della putrefazione e bacilli T.
6-Cachessia,
putrefazione generalizzata di tutto l’organismo e conseguente
morte.
In
un organismo biologicamente debole le cellule che muoiono, a
differenza di un organismo bio-energeticamente sano e forte, non
sono “riassorbite” dall’organismo e i “detriti” prodotti
scatenano la reazione vescicolare delle altre cellule ancora “sane”.
I
bacilli T
I
bacilli T non
sono “nuovi” germi.
Molto
probabilmente la ricerca oncologica li ha più volte notati senza
comprendere o accorgersi della loro caratteristica biologica più
importante: stimolare
la reazione vescicolare delle cellule sane.
Essi
hanno una grandezza di 0.2 – 0.3 µ
sono Gram negativi, nei malati terminali e in coltura colpiscono
l’olfatto con la puzza caratteristica di un corpo in putrefazione.
In
campo scuro appaiono come tantissimi puntini di luce e quando sono
vivi ed attivi si muovono vivacemente a zig-zag.
Circolano
liberamente con il flusso sanguigno ed in tal modo sono capaci di
“colpire” qualsiasi cellula in qualsiasi parte del corpo.
Bacilli
T è un nome generico, molto probabilmente i microrganismi coinvolti
appartengono a più specie ma la loro funzione biologica più
importante consiste nell’innescare la reazione vescicolare delle
cellule sane.
Al
centro, nuvola di Bacilli T piccolissimi
Microscopio
a Campo Scuro 400x
III°
Parte
DIAGNOSI
PRECOCE DI CANCRO
E’
chiaro che, osservando i vari passaggi fino ad ora descritti e
riconoscendo al microscopio le varie modificazioni cellulari, si
riesce ad individuare l’insorgere ed il progredire di un processo
canceroso anche quando per l’oncologia ufficiale ancora non esiste
la benché minima presenza di cellula cancerosa.
Viene
da se che abbiamo a disposizione un’arma incredibilmente potente:
la diagnosi
precoce.
In
questo contesto il sangue gioca un ruolo fondamentale.
Circolando
in tutto il corpo esso è in grado di riportarci informazioni di
prima mano su tutto lo stato energetico dell’organismo.
Qui
di seguito vediamo il disegno di due stati energetici che possiamo
trovare nel sangue:
Il
sangue sano e carico mostra globuli rossi simili ad una ciambella con
delle vescicole incastonate nello stroma come se fossero delle perle.
In
un altro contesto vedremo come la carica energetica dei globuli rossi
spieghi in modo convincente il fenomeno dell’angiogenesi.
Quando
invece i globuli rossi hanno l’aspetto di una sfera spinosa, il
sangue è debole e l’organismo è in sofferenza bioenergetica. In
tutti malati di cancro troviamo questa condizione anche se in
percentuali diverse.
Stadi
di sviluppo del processo canceroso
e
conseguente
diagnosi
precoce di cancro
Solo
a scopo di studio il processo canceroso può essere suddiviso in
cinque stadi di sviluppo denominati: Ca1 – Ca2 – Ca3 – Ca4 –
Ca5.
Stadio
Ca1
Abbiamo
una situazione Ca1 quando le cellule dei tessuti cominciano a
mostrare la reazione vescicolare e il sangue presenta la reazione
spinosa dei globuli rossi.
Questa
prima fase scaturisce da una situazione bio-energeticamente debole
delle cellule che compongono i tessuti.
In
questa fase, qualsiasi tipo di cellula ispezionabile del corpo
osservata in vivo al microscopio, invece di mostrare un citoplasma
chiaro si può presentare granulata da vescicole o piena di bacilli T
molto piccoli (0,2-0,3 micron).
Ogni
volta che i bacilli T sono ritrovati all’interno di una cellula
(osservazione in campo scuro), normalmente essi sono presenti anche
nei fluidi e quindi circolanti nell’organismo.
La
cellula colpita generalmente tende anche ad arrotondarsi a causa
della contrazione.
Nelle
cellule epiteliali questa contrazione è chiaramente osservabile
negli angoli che diventano arrotondati e nella graduale perdita della
forma pentagonale.
Per
l’oncologia classica, in questo stadio non esiste ancora nessun
tipo di cancro poiché non è ritrovata nessuna cellula tumorale.
Nei
casi in cui il danneggiamento è chimico o traumatico è ragionevole
pensare che lo stimolo canceroso avvenga sempre e comunque attraverso
la formazione di bacilli T che scaturiscono dalla morte dalle cellule
dei tessuti bio-energeticamente più deboli.
La
grossa differenza tra questi ed i comuni test della medicina
tradizionale consiste solo nel fatto che questi sono test energetici.
Essi
ci avvertono quindi anche con decenni di anticipo se l’organismo
sta scivolando o meno verso una patologia cancerosa.
La
condizione spinosa è sempre presente nei malati di cancro.
Le
seguenti foto sono cellule Ca1
Stadio
Ca2
Questo
stadio è caratterizzato da uno stato infiammatorio acuto.
La reazione
vescicolare delle cellule continua.
I bacilli T
continuano ad essere presenti e non subiscono successive
modificazioni.
Essi mantengono
le stesse caratteristiche e sono ritrovati tali e quali in ogni
successivo stadio e per tutta la durata del processo canceroso.
Abbiamo visto che
la loro presenza è mortale per l’organismo.
Sono loro che
spingono sempre più velocemente le cellule sane dei tessuti verso la
ormai conosciuta reazione vescicolare.
In questo stadio
(Ca2) si vede la prima forma evolutiva delle vescicole che da
omogeneamente distribuite all’interno del citoplasma, cominciano ad
aggregarsi all’interno della cellula in prossimità della parete
cellulare.
Queste nuove
aggregazioni perdono il loro grossolano aspetto vescicolare,
diventano ammassi sempre più omogenei ed evolvono a spese della
vecchia cellula originaria.(la spiegazione di questo meccanismo non
e' qui decritto)
In
alcuni casi, sin da ora si possono notare le prime forme affusolate,
ovoidali e caudate in parte delineate.
A
volte la porzione restante della cellula colpita si frantuma in
piccoli detriti o in vescicole ancora più piccole.
Le
immagini che seguono sono cellule Ca2.
Di
preferenza le proliferazioni infiammatorie raggiungono le ghiandole.
Ad
un esame microscopico di questi tessuti, sia nel preparato vivo che
in quello da autopsia, la medicina tradizionale non riconosce ancora
nessuna traccia di cellule cancerose.
Quando
vediamo che all’interno di una cellula le vescicole cominciano a
riorganizzarsi, possiamo fare una diagnosi di Ca2 .
Stadio
Ca3
Questo
stadio è caratterizzato dalla presenza di cellule singole a forma di
fuso, di clava o caudate spesso presenti in proliferazioni
infiammatorie diventate croniche.
E’
in questo stadio che la medicina ufficiale a volte riconosce le prime
cellule cancerose vere e proprie.
All'inizio
queste nuove cellule possono mostrare una struttura altamente
vescicolare, striata e sono vivacemente luminose.
Esse
hanno forma affusolata, caudata, ovale o rotonda.
Mostrano
grandi variazioni in grandezza.
Si
moltiplicano rapidamente e possono essere osservate in fase di
divisione.
Va
ricordato che le osservazioni devono sempre essere eseguite in vivo.
A
livello vaginale tutte queste cellule sono normalmente eliminate con
la secrezione ma nell’utero come negli altri organi pelvici la
reazione vescicolare sulle cellule restanti è un processo continuo.
Quando
le troviamo in altri organi, queste cellule formano densi grappoli,
formano la massa tumorale e sono responsabili delle infiltrazioni nel
circostante tessuto.
Questo
stadio è denominabile carcinomatoso ed è caratterizzato da processi
non rintracciabili in tessuti infiammati o sani.
Le
nuove formazioni cellulari si distinguono per la loro colorabilità
biologica naturale straordinariamente intensa presente nei diversi
gradi di organizzazione.
Al
contrario, la cromo sezione morta di un campione non ci rivela ancora
nulla.
In
questo stadio, oltre alle trasformazioni vescicolari osservabili
all'interno una singola cellula sana si può notare anche la
simultanea disgregazione vescicolare di più cellule sane contigue.
A
volte queste vescicole confluendo in un unico mucchio, generano nuove
cellule cancerose da un ammasso che hanno formato in comune.
In
genere sono cellule a pessima motilità non eccessivamente "dannose".
La
diagnosi di Ca3 può invece essere fatta quando nel preparato in
vivo, sia pure in modo anche isolato, compaiono sia la decomposizione
vescicolare che le nuove forme a fuso.
Va
sottolineato che i bacilli T
sono
responsabili unicamente
dell’innesco dello stadio canceroso.
Le
cellule cancerose, una volta scaturite, si sviluppano ed evolvono in
modo completamente autonomo cioè indipendente dai fattori che le
hanno generate.
La
"penetrazione distruttiva” delle cellule cancerose va in gran
parte attribuita non alla cellula cancerosa in se stessa ma piuttosto
alla medesima reazione vescicolare che si attua anche nelle cellule
adiacenti.
In
questo modo la cellula cancerosa perde di importanza per quanto
riguarda il danneggiamento tessutale che precede la sua formazione in
altri tessuti come nel caso delle metastasi.
La
cellula cancerosa non è la causa del cancro, non si forma come
portatrice di malattia e di morte, essa è solo la conseguenza della
riorganizzazione vescicolare delle cellule. (abbiamo
volutamente tralasciato la spiegazione dei meccanismi biochimici).
Essa
diventa un pericolo mortale soltanto alla fine del suo ciclo vitale
quando morendo, va in putrefazione come qualsiasi altro organismo.
Va
precisato che la riorganizzazione delle vescicole in cellule
cancerose e la loro proliferazione in tumore maligno è un processo
autonomo e indipendente dall'azione dei fattori che innescano il
processo.
Le
Ca3 sono cellule a forma di clava ma possono essere anche a grappolo
e sono quelle che vanno a generare la prima massa tumorale.
Il
disegno e le foto che seguono rappresentano
le cellule dello stadio Ca3.
In
questo stadio non è difficile imbattersi in cellule che si possono
vedere in fase di divisione.
Stadio
Ca4
Lo
stadio di Ca4 è caratterizzato da cellule cancerose completamente
mature.
Le
cellule Ca3 continuando ad evolvere mostrando un aspetto unificato,
ialino, di forte contrasto.
Alcune
di queste cellule caudate possono sviluppare anche flagelli e
motilità.
Lo
stadio Ca4 è caratterizzato dalla presenza di cellule mobili con
movimenti ameboidi vivaci e sono il prodotto maturo e finale delle
precedenti cellule a forma di fuso.
Filmato
Cellule Ca4 mobili
Su
sito www.cellulacancerosa.it
In
altri casi le cellule che hanno assunto una forma rotonda si
allungano e diventano mobili attraverso la formazione di estesi e
chiari pseudopodi.
A
volte gli pseudopodi possono essere di tipo filamentoso.
Altre
volte attorno ad ogni ammasso di vescicole si può sviluppare una
membrana che lo avvolge e lo racchiude, in questo caso possono
scaturire anche dei protozoi.
Queste
cellule rappresentano lo stadio Ca4.
La
cancerologia classica le ha più volte notate ma ritiene che esse
siano dei "parassiti".
Se
l'organismo non morisse prima, queste formazioni si trasformerebbero
in amebe vere e proprie.
In
questo stadio la malignità del tumore dipende dal grado di maturità
delle cellule cancerose e dalla rapidità con cui esse e le parti del
tessuto distrutto vanno in decomposizione.
Stadio
Ca5
Questo
stadio è caratterizzato dalla morte e dalla decomposizione putrida
delle cellule che compongono i tessuti. E’ la fase terminale della
malattia.
Quando
al microscopio si ritrovano cellule caudate e capaci di movimento il
cancro è ben avanzato.
Lo
stadio Ca5 è caratterizzato da necrosi.
L’immagine
microscopica dei tessuti della fase Ca5 mostra la presenza di molti
detriti, di frammenti di cellule, di vescicole, batteri e ad
ingrandimenti più forti o in campo scuro, dei soliti corpuscoli T.
Si
notano bene i pezzi delle cellule del Ca2 ancora presenti, essi
mostrano una granulazione scura.
Lo
stadio Ca5 è determinato e caratterizzato quasi esclusivamente dalle
cellule cancerose che giunte alla fine del loro ciclo vitale,
muoiono.
Esso
è paragonabile alla necrosi post morte dei tessuti.
Le
cellule cancerose hanno vita breve ed alla loro morte vanno in
decomposizione.
Ne
risulta una batteriemia ed una tossicemia generalizzata
dell'organismo.
Quando
il tumore non pregiudica funzioni vitali la morte avviene per
putrefazione tossica generalizzata.
Questo
spiega perché, giunta alla fine, la malattia generalmente peggiora
rapidamente e sopraggiunge la morte.
A
questo stadio qualsiasi terapia diventa inutile.
Riepilogo
del processo canceroso:
prima
fase
- Reazione vescicolare delle cellule.
- Aggregazione delle vescicole.
- Maturazione di queste aggregazioni e successiva formazione delle cellule cancerose.
- Formazione della massa tumorale.
seconda
fase
- Morte e decomposizione putrida delle cellule che compongono la massa tumorale.
- Massiccia, progressiva ed accelerata putrefazione del sangue e dei tessuti, produzione di detriti e batteri della putrefazione e bacilli T.
- Cachessia, putrefazione generalizzata di tutto l’organismo e conseguente morte.
In
un individuo con un alto livello energetico la produzione di
vescicole pur verificandosi ugualmente avviene in maniera più lenta.
Il
tessuto vecchio che si disgrega viene riassorbito ed alla stessa
velocità se ne forma di nuovo.
I
detriti sono eliminati tanto rapidamente quanto essi sono formati.
In
un paziente con un basso livello energetico si osserva un quadro
completamente diverso:
Negli
stadi Ca1 e Ca2 visti all’inizio troviamo un processo di
contrazione ed una reazione vescicolare più rapida.
La
ricarica dell’individuo e il ripristino delle condizioni di salute
dei pazienti che si trovano in queste condizioni è ancora un
processo possibile e reversibile.
Anche
nella fase di Ca3 (tumori di prima necrosi) il processo è
reversibile.
Nei
casi Ca4 e Ca5 il processo diventa irreversibile dal punto di vista
del recupero ma l’espansione provocata dalla ricarica energetica
riduce il dolore e può prolungare la vita migliorando la qualità
della vita ed il paziente è più disponibile a lottare contro la
malattia.
Quando
un paziente comincia a caricarsi energeticamente, nel suo organismo
avvengono una serie di cambiamenti.
L’individuo
acquista un aspetto più vivo, meno affaticato e percepisce una
soggettiva sensazione di benessere.
Organismo
in toto:
Reazione
sana: Elasticamente eretto, tono buono, assenza di spasmi e cloni.
Sensazione di vigore. Capacità di provare piacere.
Reazione
malata: Contratto, flaccido o ipotonico. Spasmi e cloni. Sensazione
di debolezza. Incapacità di provare piacere. Ansietà del piacere.
Pelle:
Reazione
sana: Calda e irrorata dal sangue. Turgore buono, rosa o abbronzata,
capace di produrre sudore caldo.
Reazione
malata: Fredda e viscida. Poco irrorata. Turgore povero, pallida e
livida. Sudore freddo.
Muscolatura:
Reazione
sana: Rilassata, capace di alternare tensione e rilassamento, forte.
Nessun muscolo corazzato, vivace peristalsi, nessuna costipazione o
emorroidi.
Reazione
malata: Tensione cronica o flaccida e atrofica. Spesso grasso
eccessivo. Corazzatura muscolare generalizzata. Costipazione ed
emorroidi.
Espressione
del volto:
Reazione
sana: Vivacemente variabile.
Reazione
malata: Rigida come una maschera, espressione morente.
Sangue:
Reazione
sana: Reazione B al test dell’autoclave. Eritrociti tesi, pulsanti,
che mostrano un forte ed ampio margine energetico. Bassa
disintegrazione in fisiologica. Nessun bacillo T in coltura.
Reazione
malata: Reazione T al test dell’autoclave. Eritrociti contratti e
piccoli, non pulsanti, che mostrano corpuscoli T. Energeticamente
debole, rapida disintegrazione in fisiologica. La coltura mostra
streptococchi, bacilli T o stafilococchi.
Sistema
cardio-vascolare:
Reazione
sana: Polso regolare, calmo e forte. Pressione del sangue normale.
Reazione
malata: Polso irregolare vivace o debole. Pressione anormalmente alta
o bassa.
Tessuti
(cellule epiteliali, tessuti ottenuti da biopsia:
Reazione
sana: Turgore vigoroso. Nessuna formazione di vescicole (bioni) in
soluzione KCl.
Reazione
malata: Turgore debole, contratto. Strutture bioniche o rapida
disintegrazione vescicolare (bionica) in KCl.
Occhi:
Reazione
sana: Splendenti, vivaci, reazione pupillare vivace. Non sporgenti né
incavati.
Reazione
malata: Depressi, lontani. Reazione pupillare lenta, spesso midriaca.
Occhi sporgenti o incavati.
Respirazione:
Reazione
sana: Piena espirazione con una pausa al suo termine, libera
pulsazione del torace. Sensazione di piacere genitale dopo ogni
respirazione.
Reazione
malata: Inibita ed incompleta espirazione con una pausa dopo
l’inspirazione. Fissazione in una cronica attitudine di
inspirazione (ansietà). Nessuna sensazione di piacere dopo
l’espirazione.
Orgasmo:
Reazione
sana: Avviene regolarmente. Piena convulsione del corpo. Nessuna
stasi sessuale.
Reazione
malata: Assente o disturbato. Cronica stasi sessuale.
°°°
…
solo alcune
conclusioni
-
La
cellula cancerosa non è la causa del processo canceroso.
-
Essa è la conseguenza.
-
La cellula cancerosa non si forma come portatrice di malattia e di
morte ma come prodotto secondario che scaturisce dalla reazione
vescicolare delle cellule colpite.
-
Esiste
un unico meccanismo di formazione della cellula cancerosa che vale
per tutti i tumori solidi.
-
Il
vero problema per il paziente canceroso non risiede nella cellula
cancerosa viva ma nella putrefazione di quella morta.
-
La tendenza al cancro è un fatto
universale,
non
esiste un vero e proprio elemento cancerogeno.
Formandosi come prodotto secondario, la nascita della cellula
cancerosa dipende solo dalla qualità e dalla quantità della
reazione
vescicolare delle cellule ai vari stimoli “cancerogeni”.
-
Riconoscere i vari stadi di riorganizzazione della reazione
vescicolare, le sue varie evoluzioni verso la formazione e
maturazione delle future cellule cancerose, diventa un precocissimo
test di diagnosi.
Maggiori
informazioni sul sito
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